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Le SPI (Syndicat des retraités italiens) fait le tour de l’Europe.

Le 28 mars à Paris

mardi 25 février 2014, par Italo Stellon

“La forza del viaggio”, questo il titolo del prossimo Congresso dello SPI – Sindacato dei Pensionati italiani” – che si terrà a Rimini dal 15 al 17 aprile. E di viaggio si tratta anche per la preparazione del Congresso che vede Carla Cantone, segretaria generale dello SPI, in viaggio per l’Europa ad incontrare giovani ed anziani.

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Farà tappa anche in Francia il “viaggio” della segretaria Generale dello SPI Carla Cantone. Il 28 marzo, alla Maison d’Italie incontrerà la comunità italiana, i pensionati, i giovani. La presenza in Francia è una tappa del “viaggio in Europa” pensato per incontrare la comunità italiana all’estero direttamente, per non limitarsi a cogliere la domanda sociale attraverso la mediazione istituzionale. Sono circa 80 mila le persone anziane che compongono la comunità italiana in Francia, pari al 22% degli iscritti all’AIRE, e conseguentemente, farsi un’idea diretta sulla loro condizione, verificare le buone pratiche locali, misurarsi con i drammi della disoccupazione e della precarietà in particolare tra i giovani, è un dovere che lo SPI fa proprio anche per contrastare l’idea di conflitto generazionale artatamente messa in campo.
Interrogarsi su “equità e giustizia sociale, privilegi e corruzione, lavoro occupazione e sviluppo, riorganizzazione del sistema sanitario, essere giovani, legalità, Europa, partecipazione e democrazia, Costituzione, politiche sociali, diritti di cittadinanza, i redditi da pensione” non è “essere lontani dalla realtà dei pensionati” perché ognuno di questi argomenti è concatenato e presuppone la capacità e volontà di ripensare globalmente la società del nostro tempo. Osservare tutto ciò in Italia è naturale per una grande organizzazione ma allargare il punto di osservazione in particolare all’Europa e a quei Paesi di antica e nuova attrazione migratoria è altrettanto decisivo. Ciò consente di avere consapevolezza della condizione di lavoro e di prospettive per il futuro di un giovane o di cogliere le ansie di un anziano che avendo lavorato tutta la vita si aspetterebbe una terza età dignitosa.
In Europa il sindacato dei pensionati della CGIL è già parte attiva sia nella FERPA (Fédération Européenne Retraités et Personnes Agées) che nella CES (Confederazione Europea Sindacati), e si batte per consolidare il ruolo di “soggetto di rappresentanza e di negoziato reale, valorizzando la presenza e l’esperienza dell’emigrazione italiana per favorire la partecipazione attiva e la solidarietà tra le persone pensionate e anziane di tutta Europa”.
“Il bisogno di contrastare la crescente povertà in particolare nelle persone anziane, la loro solitudine, le difficoltà indotte dalla non auto-sufficienza, così come l’assenza di lavoro, sono tutti fattori che impongono un’azione sindacale che può essere vincente solo con una grande unità generazionale e in una dimensione sempre più europea. Per questo lo SPI collabora in Europa con i sindacati francesi che organizzano gli anziani nella CGT e nella CFDT, perché è con queste e le altre organizzazioni presenti nei Paesi dell’UE che la ‘forza del viaggio’ si concretizza” spiega Italo Stellon, presidente di Inca Francia.
E’ del nostro tempo la responsabilità di battersi per la creazione di un sistema di sicurezza sociale armonizzato tra i vari Paesi dell’UE, che sia alla base del diritto di mobilità in particolare per le giovani generazioni. “E’ solo assumendosi questa responsabilità – continua Stellon – che si possono e si devono affrontare temi solo apparentemente non interconnessi quali la non autosufficienza o i veleni della precarietà”. Anziani e giovani senza dimenticare chi non è né giovane né anziano ma egualmente convive con la perdita del lavoro e la preoccupazione di un’anzianità senza prospettiva.
Tematiche comuni quindi, sia per le vecchie che per le nuove forme di mobilità. Tematiche che non a caso vedono il Sindacato dei Pensionati della CGIL particolarmente impegnato a costruire “INSIEME” un sistema in cui l’uno e l’altro abbiano delle condizioni di vita e di lavoro dignitose.

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